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dimanche 9 février 2014

Murazzi Poetry Slam / La poesia legata agli elementi / di Max Ponte


La poesia è legata agli elementi. L’ho sempre pensato e non a caso ho restituito il mio libro alla natura tagliandolo in 4 parti, nel rito che ho descritto della “Libezione”. Gli elementi ci dicono che il poetare non può essere una mera attività artigianale o tecnica ma una espressione che attinge alle forze del cosmo e a disegni che solo in parte siamo in grado di intuire. Il poeta diventa quasi rabdomante, sente, e prevede, percepisce le microscosse telluriche del proprio tempo. Nel giugno del 2012 ho conosciuto Alessandro Gambo del “Magazzino sul Po”, un locale che si trova ai Murazzi di Torino, in un antico ricovero delle barche. La zona ha alle spalle Piazza Vittorio e guarda il fiume, alzando lo sguardo ritroviamo la Gran Madre, il Monte dei Cappuccini e la collina torinese.
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I Murazzi, come ricorda Chiara Sabatucci in un recente studio, vengono abbandonati dai pescatori a causa dell’inquinamento a partire dalla fine dell’800 e dopo un lungo degrado vengono riqualificati nella seconda metà degli anni ’70. Viene concessa l’apertura di locali e in pochi anni i Murazzi diventano il luogo più noto della vita notturna della città. L’epilogo arriva nel novembre 2012, gran parte delle attività viene chiusa dalla magistratura con vari capi d’imputazione. Una delle poche che si salva è il Magazzino sul Po, nel lato sinistro, che si distingue per concerti di musica jazz e proposte culturali. Paradossalmente si spengono i riflettori e un locale accoglie con entusiasmo il mio progetto di poetry slam a Torino. Il Murazzi Poetry Slam realizza così dal giugno del 2012 una serie di dieci poetry slam che rilanciano questa disciplina letteraria. Si apre intanto un duplice dibattito, sul futuro del poetry slam locale e nazionale da un lato e sul futuro dell’area che ci ospita dall’altro. Ale Gambo il 22 novembre mi conferma via sms che il locale è agibile. Il pericolo ovviamente è la piena del Po, bastano pochi giorni di pioggia. La polizia municipale ha sempre pronte sulla scrivania le ordinanze di chiusura dei pochi locali sopravvissuti.
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Il Magazzino sul Po è ampio e la penombra teatrale crea un’atmosfera raccolta. Gli spettatori entrano, prendono posto sotto alle volte in mattoni a vista, sono attenti e hanno una compostezza tutta sabauda che non ho mai trovato in altri slam. Assistiamo alla nascita di una zona franca per le lettere e le arti, (la T.A.Z. la chiamerebbero alcuni, una zona temporaneamente autonoma, un tempo sospeso). Laddove i pescatori facevano riposare le loro barche ora si costruiscono imbarcazioni di parole. Recuperiamo una relazione antica con la natura e con la nostra città.
Il non-limite urbano e naturale dei Murazzi coincide perfettamente con la linea inafferrabile della poesia. I Murazzi sono una frontiera interna che si sovrappone e sfuma, che si può spostare da un momento all’altro e non accetta discussioni. L’ipotetico limitare dei Murazzi è una coincidenza più che una demarcazione, la coincidenza del disegno abitativo con quello terracqueo. Il Murazzi Poetry Slam ha aggiunto un ulteriore livello a questa sovrapposizione, il piano della parola detta, della poesia che non accetta di essere immobilizzata.
La poesia che vive e prospera sulla sua non-linea di confine (confine che è geografico ed estetico, linguistico e segnico) ha trovato ai Murazzi di Torino speculare dimora.

da La Poesia  e lo Spirito, novembre 2013

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